DANAKIL DEPRESSION CASA DEGLI AFAR
Il sole arde la terra, il miraggio confonde l’occhio, aria secca, polvere, umidità, mettono a dura prova l’essere umano: il Danakil Depression dell’Etiopia è uno dei luoghi più caldi del pianeta e contro ogni probabilità, la gente vive qui.
La gente di Afar la chiama “casa”.
Il Danakil Depression (Depressione di Danakil) è la parte settentrionale del triangolo di Afar, una depressione geologica derivata dalla divergenza di tre placche tettoniche del Corno D’Africa e rappresenta il punto più basso dell’intera Africa.
Un luogo di mondo non omologato, dove la civiltà non è arrivata, dove l’uomo si deve ancora misurare con la natura ostile.
Il territorio è vastissimo e rappresenta morfologie diverse: montagne, pianure, deserto di sale, affioramenti di zolfo, vulcani ancora attivi, … un panorama geologico più affine all’inferno che alla terra.
I colori sono quelli della tavolozza di un pittore, intensi ed iridescenti, nascono da tutte le sfumature e le gradazioni della terra, abbracciando gialli intensi, aranci sfuocati, verdi brillanti.
In sostanza, una vera e propria fossa tettonica dalla forma triangolare formatasi dopo il distacco della placca araba da quella africana, è la zona di congiunzione di tre grandi sistemi di fratture della crosta terrestre (Mar Rosso – Golfo di Aden – Great Rift Valley africana); la Dancalia costituisce la parte settentrionale della depressione dell’Afar e per circa diecimila chilometri quadrati si trova sotto il livello del mare.
È una terra estrema, un luogo affascinante del tutto sconosciuto dalle carte geografiche fino ad ottant’anni fa e dove ancora oggi non risulta facile avventurarsi, non scevra di pericoli, dove si possono riscontrare sconvolgenti avvenimenti geologici del passato.
Viene da chiedersi come in presenza di simili condizioni ambientali estreme possano sopravvivere una stentata vegetazione con alberi di acacie e come possano soprattutto viverci gli Afar, popolazione di pastori nomadi, che rimediano il pasto allevando capre e cammelli ed estraendo e trasportando sull’altopiano lastre di sale.
Fino agli anni venti risultava inesplorata: venne attraversata per la prima volta da una spedizione italiana, che impiegò quattro mesi e il sacrificio di cinque uomini.
Nonostante queste premesse ambientali poco lusinghiere, la Dancalia rappresenta un luogo di enorme fascino; dalla capitale di Addis Abeba si attraversa una serie di villaggi famosi per i loro coloratissimi mercati e si scende nella depressione fino al Lago Afrera, specchio di acque verdi salate, circondato da colate di basalto e sorgenti termali.
Si raggiunge il vulcano Erta Ale, il monte che fuma, uno dei quattro luoghi al mondo dove è possibile ammirare a cielo aperto un lago di lava in perenne ebollizione; attraverso sporadiche oasi si arriva al Lago Assale, lago mobile, salato che si sposta con i venti.
Un viaggio in una terra davvero dura, dove l’essere umano appare quasi fuori luogo, perché è difficile immaginare la vita in certe condizioni, … eppure in queste lande etiopi l’uomo e le sue bestie ritrovano “casa”.