La Dakar è il “Rally Raid” più famoso al mondo. Una competizione che mette a dura prova gli uomini e i loro mezzi, una corsa nel deserto fra rocce, fango e sabbia ….. tanta sabbia!

Da oltre trent’anni tiene sveglia e vigile la passione del popolo motociclistico nel periodo invernale, quando gran parte delle altre discipline si godono un pausa e un meritato riposo. Diecimila chilometri da correre in sella alla propria moto, auto, camion o quad, da percorrere in quindici giorni, attraversando insidie, territori maestosi e panorami indescrivibili.

Rally Raid Dakar

Un tempo, però, la Dakar era un’altra storia! Si partiva solitamente da Parigi e poi ci si addentrava nel cuore dell’Africa per poi passare, per il gran finale su “Lac Rose” (Senegal). Nel mezzo, tutto e di più … sabbia, cadute, fango, guadi, un vero massacro per gli uomini e i loro mezzi. Unica ancora di salvezza; la capacità di navigazione, la sola a fare la differenza.

Oggi la gara è molto diversa, si corre in America Latina, si trovano docce e punti di ristoro con cibo, coperture Wi-Fi e volendo si può dormire in albergo. Non mancano tappe sfiancanti, ma non esistono più piloti che arrivano alla partenza della corsa con le moto “farcite” di pezzi di ricambio.

motociclisti nel deserto

Il Rally è stato ideato da Thierry Sabine e il via risale al 1979. Sabine era un pezzo di storia per l’automobilismo francese ed ebbe questa intuizione; una gara in mezzo ai deserti. In seguito ad una sua esperienza, dove egli stesso si perse nel deserto della Libia e fu recuperato in extremis.

recupero moto da Dakar

Una volta rientrato, la volontà di creare un circuito che permettesse la visione di panorami magnifici e che fosse anche un banco di prova per l’uomo-pilota. Dagli anni duemila in poi si è abbandonata la partenza da Parigi, spostandola in Spagna o Portogallo, a causa delle numerose minacce terroristiche (uccisione di quattro turisti francesi in Mauritania ……). Le edizioni successive furono traslocate in Sud America, senza però modificare l’iconica definizione di “Dakar“, simbolo della competizione stessa.

BMW nel rally raid

Auto, camion e moto si sfidano in questa prova di “endurance”. Prima della partenza tutti i piloti vengono forniti di road book, contenente il percorso, oltre ad un sistema di gps; in virtù proprio di questo, la mappatura del Rally Raid è sconosciuta ai piloti fino al momento della tappa stessa.

Durante gli anni ottanta si assiste al dominio incontrastato della BMW, che ha monopolizzato per più di un quinquennio il gradino più alto del podio, con il suo GS800!

Molte le critiche rivolte alla Dakar da un punto di vista di pericolosità: innumerevoli gli incidenti mortali (uno per tutti, quello del pilota toscano Fabrizio Meoni) e le vittime fra la popolazione locale, coinvolta negli incidenti stessi. La scarsa sicurezza viene a mancare proprio per l’idea di voler sfidare la natura in condizioni estreme e spericolate. Da un punto di vista “morale”, la competizione sembra poco rispettosa nei confronti del territorio per contrasto tra povertà e ricchezza.

La Dakar rimane una sfida al mondo e ai propri limiti, emozioni profonde e forti …… ”il succo della vita” per Ciro De Preti, che ne ha disputate undici, o semplicemente sinonimo di libertà.