“FOREVER YOUNG”

Venditti, De Gregori, Bassignano e Lo Cascio i ” quattro ragazzi con la chitarra in mano” che parlano del più e del meno, di ” come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati”, l’incontro con la ragazza amata Claudia e sullo sfondo Roma, in una notte d’estate degli anni Sessanta; non una notte qualsiasi ma quella che precede l’esame di maturità.

” Notte prima degli esami” non è più una canzone ma quasi un vero e proprio rito scaramantico nel quale vengono affogate ansia, paure e aspettative, notti insonni e un ricordo per noi maturandi di ” qualche tempo fa” indelebile per il resto della nostra vita e probabilmente noi ” grandi” attraverso loro riviviamo le nostre personali emozioni, diverse per ognuno.

Poco più di un secolo l’età anagrafica della maturità, con qualche riforma nel mezzo…chi la teme, chi la attende a braccia aperte quale chiusura di un cerchio, chi la usa come trampolino di lancio per la rincorsa dei propri sogni, chi la ricorda ancora come pietra miliare che farà parte per sempre del proprio racconto, un rito di passaggio, una prova di autonomia e responsabilità, in soldoni un’ anteprima.

Quarant’anni e qualche generazione invece, quella che ci ha regalato Venditti e nessuno mai lo avrebbe potuto immaginare che in quel lontano 1984 si sarebbe tracciata la storia.

E se i tempi sono cambiati, susseguite le riforme e noi siamo maturandi ” passati”, l’incipit non cambia!

Un caldo sole di giugno, le aule silenziose, i banchi ordinati, un foglio bianco e diverse opzioni fra cui scegliere, un mix di emozioni fra ansia e concentrazione, penne che si sono mosse più o meno veloci sui fogli insieme ai cuori e ai sogni e una consapevolezza che prende piede piano piano: niente sarà più come prima.

E’ ” L’esperienza” per antonomasia, è quella vissuta fra paura e risate isteriche accompagnate dalla certezza che tutto, d’ora in poi, assumerà contorni e forme diverse, non si sa in che modo e a quale velocità ma sarà inevitabile e probabilmente tutto questo rende il momento catartico, un ponte fra passato e futuro, una sfida che richiede coraggio quanto quello dell’Alighieri nell’affrontare il viaggio all’Inferno: ogni domanda una prova, ogni risposta una lucina che si fa spazio nell’incertezza.

I temi affrontati nella prima parte della ” Divina Commedia” hanno molte similitudini con l’esperienza scolastica dal peccato alla punizione fino alla riflessione sulla condizione umana e la stessa fragilità.

Forse la maturità potremmo associarla alla ” maggiore età” di Kant e all’invito di usare sempre coraggiosamente la propria testa per giudicarsi e giudicare.

Di certo non saranno i voti a restare impressi ma quella sensazione di un tempo sospeso, quasi fuori dal mondo, l’adrenalina che scorre nelle vene, i riti scaramantici, le mani intrecciate agli amici in un silenzio condiviso e queste immagini riaffioreranno nella nostra memoria con dolcezza e probabilmente saremo pure indulgenti con ciò che siamo stati perché abbiamo compreso ciò che al tempo abbiamo sottovalutato: la veemenza con la quale abbiamo vissuto il momento, sostituito oggi dalla parola ricordo, come è giusto che sia.

Quello che è in ballo non è tanto il grado di apprendimento piuttosto la capacità di gettarsi a capofitto nel mondo degli adulti, in quel viaggio senza ritorno.

Quel foglio bianco iniziale, sul banco, probabilmente assume le fattezze di uno specchio.

E allora un grazie corale a Venditti, a quell’estate romana degli anni ’60, a quella notte ” di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni, notte di sogni, coppe e di campioni, notte di lacrime e preghiere”, alle mamme e ai papà con i biberon in mano, alle nonne alla finestra, a tutte quelle capriole emotive: tutto, questo sì, come adesso.

Ha dotato l’emozione di parola, le sensazioni di coralità e ci ha reso ” per sempre giovani” cristallizzando l’attimo non smettendo di raccontarci qualcosa di noi, di quello che siamo stati e di quello che ancora siamo, continuando a riempire il contenitore emotivo di intere generazioni.

” Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla”…e comunque vada questa vita, ” questa notte è ancora nostra”.

Francesca Valleri