VITTI, ANTONIONI E LE CUPOLE BENISHELL

Nel 1968 Dante Bini incontra Monica Vitti e Michelangelo Antonioni; inizia la storia dell’architettura!

Monica Vitti bianco e nero

Sono anni particolari, fiorenti, anni ruggenti… nell’Italia in pieno boom economico, l’arte e l’architettura sperimentano nuove forme.

L’attrice e il regista si trovano sull’isola di Budelli per girare una scena di Deserto Rosso. Bini sviluppa il brevetto Binishell per la realizzazione di semi sfere di cemento armato.

Siamo in Costa Paradiso, nel versante meno conosciuto della Gallura, dove le costruzioni si mimetizzano con la natura, tranne una incastonata fra le rocce, di fronte al Golfo dell’Asinara.

L’architetto delle piramidi, questo il suo soprannome, realizzò due cupole per Antonioni. Ne costruì una più piccola e una più grande, che ricordavano un’esposizione futuristica, atterrate nel bel mezzo di un contesto mediterraneo.

panorama costa paradiso

Una visione all’avanguardia realizzata con una tecnica altrettanto innovativa che permetteva la compressione dei tempi di realizzazione e una grande libertà d’opera.

L’idea futuristica di Bini prese forma durante una partita di tennis al coperto. Un pallone verde gonfiato a bassa pressione; da qui l’intuizione di realizzare cupole di cemento armato sostenute da aria compressa.

In effetti ricordavano molto un guscio (shell) e una volta che il cemento si era solidificato la camera d’aria poteva essere sgonfiata e riutilizzata.

shell

La bellezza di questa costruzione risiede nella sua sfacciata e dichiarata intenzione di non volersi mimetizzare nel panorama, mantenendo la sua accezione visionaria e futuristica.

La distribuzione interna su due piani segue un andamento non convenzionale, fatto di spazi non perfettamente suddivisi e in assenza di angoli retti. Nella camera da letto era stata posizionata una finestra che permetteva, da sdraiati, di assistere in compagnia del mare, all’alba e al tramonto.

Queste astronavi furono concepite come nidi d’amore. Un luogo di isolamento e privacy, ma anche punto di incontro e condivisione per il regista ed i suoi amici.

La cupola rappresenta l’omaggio di Antonioni alla compagna Vitti, simbolo quasi di una perfezione architettonica apparente con l’imperfezione del paesaggio, indubbiamente una realizzazione avanguardista.

Salotto Itinerante
Salotto Itinerante di Incontri
(Francesca Valleri)