ANNA MOANA ROSA POZZI: SEMPLICEMPLICEMENTE MOANA

Il ventisette aprile avrebbe compiuto sessant’anni, colei che ha saputo incarnare il simbolo della libertà, il fascino senza tempo, l’ emancipazione femminile.

Genovese, tradizione familiare cattolica.

” Sono nata in una famiglia religiosa e ho frequentato scuole di preti e suore”.

Nome tondo e morbido il suo: Anna Moana Rosa Pozzi o semplicemente Moana.

Eterea, bella, naturale , genuina mai volgare, definizione condivisa da estimatori e detrattori che l’ ha sempre caratterizzata anche all’ apice del suo successo, nonostante, verrebbe da dire ridendo, il porno.

Moana è stata in grado con la sua avvenenza e naturalezza innata , di contaminare l’ Italia degli anni ottanta e novanta , sdoganandosi nel mondo borghese.

La chiave di tale successo e risultato…se stessa.

Dotata di buon senso ,mai adirata con i contestatori pubblici o privati , consapevole di essere sì trasgressiva ma non per reazione bensì per scelta, non giudicante di un certo moralismo bigotto, non ha mai imposto la sua rivoluzione sessuale e la sua visione; piuttosto si è limitata ad un racconto, una specie di diario.

” Non ho mai provocato nessuno. Faccio solo il mio lavoro”.

Simbolo di donna libera e di una nuova era fu indubbiamente provocante, anticonformista e per i tempi che corrono…politicamente scorretta.

Estate dell’ ottanta, camera da letto della Reggia di Caserta, Moana scopre per la prima volta , il sesso davanti alle telecamere, sicura del proprio corpo, disinibita, naturale e con addosso una buona dose di libertà, retaggio di un sessant’otto non troppo lontano .

Quasi alla fine di quegli anni la consacrazione a regina del cinema hard,l’ ingresso nell’ agenzia di Schicchi , il battesimo del fuoco ; nel mezzo un ‘altalenarsi di provocazioni consapevoli osé a lavori più ” istituzionali” quale la conduzione di un programma per bambini, un ruolo in ” Borotalco” di Carlo Verdone, una presenza in ” Ginger e Fred” di Fellini, qualche sfilata di alta moda per Karl Lagerfeld, senza rinnegare mai chi era e cosa volesse , ponendosi sempre con una naturale semplicità capace di infrangere il muro del perbenismo.

Il mito si accresce di giorno in giorno, la televisione se la contende, i giornali la seguono.

Lei stessa più volte dirà ” Faccio all’ amore e mi diverto. Ho fatto quello che volevo”.

Quella sua disinvoltura e spontaneità con la quale è nata le hanno permesso di concedersi tutto pure la discesa in campo politico con un partito dal nome ” Il Partito dell’ Amore “, un cuore rosa con dentro una sua foto stilizzata , in collaborazione con Riccardo Schicchi e Mauro Biuzzi.

Nato agli inizi degli anni novanta vide il passaggio di testimone fra le due acerrime antagoniste dell’ hardcore: Cicciolina- Moana; la prima già in parlamento con i Radicali, la seconda scese in campo per le elezioni politiche e le amministrative nelle capitale.

Nonostante una serie di pesanti sconfitte, ( il partito scomparve alla sua morte), Moana prese più voti di Umberto Bossi e Rutelli.

E intorno a questo periodo politico, gira il mistero ( mai del tutto smentito) che la bionda fosse un personaggio apicale dell’ intelligence, legata a Washington ,alla Russia ma questa è altra storia!

Il 15 settembre del 1994 si abbatte una nuvola nera; l’ annuncio, come un fulmine a ciel sereno della sua morte.

Una malattia grave, quanto repentina, si parla di un tumore al fegato, spezza il corpo della pornostar e fa nascere il mito.

Rimane la madre di tutte le domande: come abbia fatto a superare le barriere del mondo pornografico ed entrare in quello borghese dello spettacolo.

Probabilmente perché possedeva una visione della sessualità ” giusta” ; era sobria, intelligente , colta.

Leggeva Nietzsche e Baitelle, non faceva paura né agli uomini né alle donne, semplicemente era diversa da tutti anche da quelli che lavoravano in quel settore.

” La gente vive male la propria sessualità…la pornografia invece esalta il lato oscuro del desiderio e il sesso è anche nero e contorto…”

A quasi trent’ anni dalla scomparsa di Moana resta più dell’ immagine della pornostar; rimane una donna che ha saputo esprimersi senza mai essere volgare.

Francesca Valleri