Il sale esalta gli aromi naturali del cibo e, se usato correttamente, rende i sapori più intensi.

Le saline di Mozia, presidio Slow Food, dalle straordinarie caratteristiche: sale, lavoro di braccia, acqua di mare. Il tratto di costa che scorre dal porto di Trapani, oltre la piccola isola di Mozia, è tappezzato da basse vasche sparse tra vecchi mulini a vento; proprio lì sono presenti gigantesche piramidi bianche di sale, che asciugano sul ciglio della strada. 

piramidi bianche di sale

I salinai sono veri e propri contadini, grandi lavoratori dediti alla loro terra, con un forte desiderio di creare un prodotto ed esserne orgogliosi: qui, in provincia di Trapani, i loro “campi” sono le saline, la loro “agricoltura“ è il sale. Il clima e la posizione spiegano il perché: le lunghe estati calde, l’umidità e l’alta salinità del Mediterraneo rappresentano le condizioni ideali per una lunga storia d’amore tra il sole e l’acqua.

In questa zona, da secoli, si produce sale “integrale” e la prima traccia scritta risale all’anno mille. Il sale siciliano è famoso per la caratteristica di non essere trattato, non raffinato e ricco di iodio: non viene estratto industrialmente e non viene lavato. 

salinai

Se lo si raccoglie correttamente, basta la natura a fornire tutti gli elementi necessari per realizzare un ottimo prodotto. L’intero procedimento richiede quasi un anno intero ed ogni singola fase del ciclo produttivo è altrettanto fondamentale. I salinai lavorano durante i mesi estivi, rompendo grossi cristalli ed usando carriole e pale per spostarlo. Il procedimento di estrazione inizia a primavera quando i canali si aprono e i bacini iniziano a riempirsi naturalmente di acqua di mare. Entro un mese il sale si forma sul fondo delle vasche e per fine estate è prevista l’estrazione vera e propria.

Dal 1995 le saline di Trapani sono protette dal WWF Italia; questo terreno è un micro-ecosistema vivente, che respira e cambia continuamente. Tutto funziona in equilibrio perfetto.