“…QUESTIONE DI FEELING”

Edoardo, Carlotta, Il capitano, Ottilia e ” in questo lasciare e prendere, fuggire e ricercarsi, sembra di vedere una determinazione superiore: si dà atto a tali esseri di una sorta di volontà e capacità di scelta e si trova del tutto legittimo un termine tecnico come affinità elettive”. ( Goethe)

E proprio di un termine tecnico si tratta, che deriva dalla chimica, utilizzato per definire delle attrazioni di alcuni elementi verso altri, così come nella matematica possiamo parlare di affinità naturali, dove i pitagorici fra la scomposizione in fattori e partizioni individuarono una serie di numeri che chiamarono amicabili o affini; ” chiunque faccia ricerche nel campo matematico sa che questo lavoro ha anche una dimensione estetica. Azzeccare un concetto, scoprire una formula, avere la sensazione che qualcosa di importante si sblocchi è quasi sempre legato in modo intimo a qualche forma di bellezza” ( J. P. Bourguignon)

Circa trecento pagine in cui entrano in gioco passione, destino, sentimenti contrastanti e si giunge a termine con un’unica granitica certezza, le affinità elettive, ovvero quegli incontri che avviluppano le anime esistono, in maniera ridotta, quasi palesandosi come un evento raro e eccezionale che si sottrae ad ogni tentativo di avvalersi di spiegazioni ma esistono; dunque secondo l’ autore le leggi che regolano la natura e i fenomeni chimici sono le medesime che governano gli ambiti comportali.

Due individui, fino ad allora sconosciuti, fra i quali germoglia e si instaura immediatamente una sintonia totale fra corpo e anima, una connessione che scavalca le regole logiche della ragione; per quanto l’uomo possa opporsi, i suoi tentativi risultano vani poiché le affinità elettive non possono in alcun modo essere dominate dalla ratio né dagli sforzi profusi per aderire a modelli sociali tradizionali.

Alcuni la definiscono chimica, taluni fortuna, altri, i più romantici, destino; di certo quello che conta è scontrarsi con chi decide di restare e in questa occasione scende in campo la ragione che permette di arrestare la corsa perché in quel preciso istante è giunta la consapevolezza che tutto ciò che stavamo cercando è esattamente lì.

Quasi come fosse una chirurgica congiunzione astrale, come la presenza contemporanea di due astri sullo stesso punto della sfera celeste, o l’eccezionale allineamento astrale che guidò i Magi, così testa, cuore e anima si rispecchiano, si riconoscono nell’altro individuando casa.

Si potrebbe rimandare al ” Simposio” di Platone e alle sue magistrali alchimie allo stato puro oppure parafrasando Goethe elementi chimici similari agli umani, come l’acqua che si mescola all’alcol ( al contrario dell’olio); non significa che si debba necessariamente essere sempre in linea, si litiga come in ogni relazione ma la differenza le fanno le modalità, perché se in un dibattito fra “normali” si tende ad azzerare l’altro, in quello fra “eletti” entra in gioco la capacità innata di usare le diversità come forma di completamento.

Non esiste una risposta scientifica per dare voce e spiegare un’alchimia, la si avverte dalle prime battute, poi dalla pelle, nasce una sorta di “simpatia” al primo sentire che sarà in grado di farci comprendere anche senza parole, una grammatica comune che solo i diretti interessati sapranno leggere e scrivere.

I sentimenti sottesi all’instaurarsi di una elezione fra due persone che si scelgono fra tante altre per unirsi, si mostrano inesplicabili almeno quanto il comportamento delle sostanze in reazione; ecco che l’autore operò con i suoi personaggi come fossero elementi nel gioco di un esperimento.

Parafrasando il Maestro e la sua arca colma d’amore “…per coloro che possiedono affinità elettive e si trovano a percorrere la stessa via per scampare al pericolo di un nuovo diluvio”. ( Tecnica mista su tappeto)

Francesca Valleri