” LOVE SONG FOR A VAMPIRE”

Principe di Valacchia nel XV secolo; la spropositata crudeltà esibita durante il suo governo fece strada a una leggenda diabolica che divenne letteratura per Stoker.

Ma la figura del Vampiro risale alla notte dei tempi; nelle pagine delle ” Mille e Una notte” si parlava della sua sete di sangue, i babilonesi lo temevano, per i greci era una maledizione, ne scrissero Eschilo, Omero e Orazio, nel Medioevo era consuetudine che le spoglie dei vissuti in sospetto di vampirismo venissero ” esorcizzate” con un punteruolo nel cuore.

Forse la fortuna dell’ opera di Stoker risiede in questo connaturato timore nei confronti di un essere non-morto che vive nell’ oscurità nutrendosi di sangue, che non ha riflessa la propria immagine negli specchi, che fugge i raggi solari

Ma il Conte Dracula è altresì metafora di transizione, sul filo del rasoio fra morte e vita, ambiguità, uccide ma non è un assassino, pericoloso e trasgressivo, ipnotizza, seduce e terrorizza al medesimo tempo; è l’ inquietante figura che si incontra nelle strade desolate, è colui che sazia la propria fame in una manifestazione erotica come il morso, atto in chiara relazione con il bacio.

L’ atmosfera di suspense, inquietudine e mistero, magistralmente incastonata nelle pagine di Stoker si trasforma in una struggente storia d’ amore, una favola dove il principe e la principessa non vissero felici e contenti ma furono destinati alla dannazione e all’ eterno irrealizzabile desiderio.

” Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti”. ( ” Dracula” B. Stoker)

L’ intento di Francis Ford Coppola era esattamente quello di sostituire Dracula da un immaginario abusato riportandolo alle origini letterarie, attraverso un processo di umanizzazione che lo ha reso un qualcosa di diverso dal mostro e nobile austero che solo con lo sguardo e la voce piegava ognuno al suo volere.

Riportò in vita quella pseudo creatura maledetta che a poco a poco diventò il simbolo di un amore impossibile, una tragedia umana.

Meravigliosamente gotico e oscuro, a tratti violento e sensuale, Coppola trasforma l’ ex protettore della Valacchia, da cattivo a maledetto perché mentre il primo agisce in virtù del recare danno agli altri per vocazione, il secondo è stato risucchiato dalle tenebre contro la sua volontà, mostrandolo come un prigioniero in cerca della libertà.

Nei momenti finali della pellicola, nella volontà di essere mondato dalla sua pena, Dracula non esiste più, vi è solo Vlad e una donna che lo ama e in quanto tale obbligata ad essere altruista pure se questo la renderà orfana di quella grande passione.

Una pellicola dai toni impressionisti fosse solo per il ruolo delle ombre; quella del Conte è un’ entità capace, con il suo muoversi autonomamente rispetto al corpo, di esprimere sentimenti , di vivere la sua diafana esistenza in tutta libertà, un po’ come quella di Peter Pan.

Una nota merita il finale dei titoli di coda che di solito vengono saltati a piè pari.

Qui ci sono due occhi cerulei londinesi che intrepretano la più struggente ballata d’ amore; Annie Lennox in ” Love Song for a vampire” che chiude dignitosamente un’ opera densa d’ amore, sangue e passione.

” Come into these arms again….the rhythm of this trembling heart, is beating like a drum, its beats for you, it bleedes for you….”

Francesca Valleri