“ISSATSU,ISSHITSU”:UNA STANZA UN LIBRO

” Fare i librai non è mica un mestiere…è uno stile di vita”. ( A. Banerjee)

Questo aforisma è stato non solo preso alla lettera ma trasformato in realtà tangibile, da una libreria nata nel famoso quartiere di Giza, in Giappone, zona centrale di Tokyo, il quartier generale dello shopping di lusso.

Dunque, adesso immaginiamo la luccicanza di questo rione e per contrasto, di varcare la soglia di un ambiente piccolo, piccolo, parquet scuro come pavimento, pareti bianche, sul fondo un mobile da tipografo in legno chiaro con cassetti, a destra uno specchio ovale e un tavolino al centro della stanza, sul quale sono poggiate alcune copie di un solo identico libro.

E’ essenziale anche il logo del negozio, un semplice rombo nero.

Un unico volume, alla settimana per l’ esattezza, corredato intorno da fotografie e opere d’ arte a completarne la presentazione, in modo tale da immergere, quasi in apnea, il potenziale cliente nella storia, fra le righe e la punteggiatura della narrazione senza averne mai letto una singola riga.

Potrebbe essere assimilabile più a una performance artistica piuttosto che a una libreria e indubbiamente cozzare con le attuali regole del consumismo.

D’ altro canto tale modalità di business è molto affine alla peculiare forma mentis del Sol Levante.

Il motto del negozio, ” Issatsu, Isshitsu”, una stanza un libro; un titolo unico dal martedì alla domenica, solo il pomeriggio, coadiuvato da eventi, discussioni e incontri per sviscerare l’ opera.

La mente, dietro questa strategia di marketing radicale e disarmante, dal tono indiscutibilmente affascinante, in palese controtendenza rispetto alle oceaniche disponibilità degli store on line, è il libraio Yoshiyuki Morioka.

Un concetto di rimarcabile profondità, seppur sovversivo.

Non è più il potenziale lettore che sceglie il libro ma il libraio che si riappropria del ruolo di tessitore fra la letteratura e i fruitori.

Sceglie personalmente il volume ma su quell’ unica opera si rende disponibile all’ ascolto e agli eventuali approfondimenti anche con la presenza dell’ autore stesso.

Un pò come accadeva, anni fa, con le piccole librerie, quelle di quartiere , quelle fuori dai grandi circuiti; si varcava la soglia in cerca di un consiglio, uno scambio di impressioni o solamente per trovare conforto nell’ odore della carta stampata.

Rappresentavano quel microcosmo, quel sottomondo sartoriale, cucito sulle misure del lettore e che lo definiva anche nelle scelte; il librario con la sua competenza, diventava un punto distintivo, prendendoci per mano nella scelta del volume e nell’ individuazione del libro giusto nel momento opportuno.

Questo modello di negozio è il degno portabandiera della resistenza, uno spazio sociale che fra le retrovie lotta contro la mercificazione della cultura, un presidio nel vero senso della parola, sul territorio, con il compito di formare i lettori di domani.

Marioka, dunque ha partorito la ” rigenerazione dell’ atomo del libraio”.

Un piccolo spazio ed unico testo sviluppano riflessioni su come aggiornare questi luoghi dell’ incanto nell’ era digitale; così mentre si digitalizza tutto il sapere, coraggiosamente lancia una nuova esperienza da vivere.

Questa libreria, assimilabile ad un dispenser di emozioni reali, definibile slow diventa il tempio ideale dove gustare con lentezza l’ autore e l’ opera.

Un viaggio nelle viscere dell’ inchiostro.

Francesca Valleri