“INSHALLAH”

Papa Francesco la pronunciò per rispondere al patriarca caldeo Sako che gli domandava se avesse in agenda, in futuro, un viaggio in Iraq; la prima volta che un Pontefice pronunciava questo termine, almeno pubblicamente.

” Inshalla” appartiene al vocabolario arabo, ” Shaa” “Volere”,, ” Allah” ” Dio”, esprime la speranza che un evento possa verificarsi per cui ripetere il nome di Dio è un buon segno.

Veniva spesso usato insieme alla firma, al termine di una lettera.

Colui che pronuncia questa parola è necessariamente un Credente che si sottomette al volere di Dio, esprime una filosofia di pensiero prima di tutto che si manifesta successivamente in un’ attitudine di comportamento nella vita quotidiana.

Riporre fiducia in Dio, nell’ Universo, nella vita che è ben lontano dall’ attendere che la manna cada dal cielo.

Non dire mai ” Lo farò domani senza aggiungere se Dio Vuole”, Corano, Sura 18, versi 23-24.

” Inshalla” espressione regina e magica che si usa ad ogni piè sospinto.

Il cantante Sting, nel 2016 la prese in prestito come titolo ad una sua canzone vestendo i panni di un rifugiato siriano in fuga dalla guerra, ” Inshallah il mio tentativo di mettermi su una di quelle imbarcazioni”; un riconoscimento della sofferenza provata.

Dopo l’ attentato alle Torri Gemelle, ha suscitato disagio per una certa e forse anche involontaria assonanza con ” Allah Akbar”, grido di battaglia, una proclamazione di guerra.

L’ essenza del pensiero arabo rimane estraneo anche perché fondamentalmente religioso, lontano e avulso da quello laicista occidentale… e non è una ragione da poco.

L’ immensa Fallaci ci aveva trovato nel suo libro, la formula dell’ intera esistenza ” la vita non è un problema da risolvere ma un mistero da vivere”.

Fu proprio lei l’ artefice dello sdoganamento di questo termine nel linguaggio italiano: era il 1990 quando usciva una moderna Iliade, Beirut come Troia, l’ esercito italiano gli achei e i Figli di Dio i troiani.

Pagine di guerra tinte di coraggio, generosità e anche avidità.

Angelo e la sua ossessione per la formula della vita, Ninette la ragazza della quale si innamorò: ” Ti auguro di trovare la formula che cerchi. La formula della vita. Esiste caro, esiste”.

Come accade nella vita, anche ” Inshallah” scatena il dilemma: è una vigliaccheria incolpare il destino del corso egli eventi oppure è un modo per arrendersi al flusso vitale?

La magia sta nella sua stessa ambiguità che permette al contempo di essere messaggio di speranza e fatalismo.

Nel deserto il tempo si regola osservando il cielo, avendo per meta solo il prossimo giorno, un passo alla volta.

Colui che è capace di avere pazienza, ha fede.

” Inshalla”.

Francesca Valleri