IL PROFUMO DEL VETRO

Murano ha le fattezze di una piccola Venezia, formata da nove isolotti uniti da ponti con in mezzo il maestoso Canal Grande; è l’ isola della creazione e dell’ arte di plasmare il fuoco trasformandolo in un perfetto mondo a colori.

E’ stata inserita nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’ Umanità; entra di diritto non solo l’ arte, fine a se stessa ma tutto il mondo intero che quell’ arte porta con sè.

Venezia ha un rapporto intimo con il vetro, sia per la vicinanza dei precedenti vetrari dell’ Impero Bizantino, sia per quella dei monaci benedettini stabiliti sull’ isola della laguna, sia per la fitta rete dei rapporti mercantili che la Repubblica Marinara intrattenne con il Levante mediterraneo, dove il vetro era nato e si era sviluppato come materia d’ arte.

Un ‘ ordinanza del milleduecento impose ai vetrai il trasferimento a Murano, decisione motivata dal fatto di voler isolare i tanti incendi che avvenivano a Venezia ma anche il tentativo da parte della Repubblica di controllare ed evitare la diffusione di informazioni relative alle principali tecniche di lavorazione del vetro.

La categoria dei vetrai di Murano divenne ben presto in vista; dal XIV secolo furono autorizzati a portare spade, godettero dell’ immunità dei procedimenti giudiziari dello stato veneziano e alle loro figlie fu permesso di sposarsi con le più benestanti famiglie veneziane.

Tuttavia i vetrai non furono mai autorizzati a lasciare la Repubblica.

Il vetro veneziano è innanzitutto un solare e mutevole gioco di luci a colori e rispecchia la stessa luminosità della laguna.

Segreti gli innumerevoli procedimenti che le singole fornaci muranesi adottano per ottenere tonalità ed effetti esclusivi, lo stesso vale per i tecnicismi che adottano per realizzare veri e propri capolavori.

Vetro soffiato, vetrofusione e lavorazione a lume sono le principali tecniche per modellare e plasmare la lastra ” calda” e prevedono otre alla conoscenza tecnica l’ utilizzo di una grande abilità manuale.

Tutto prende vita ed inizia con una semplice ” idea” , con un disegno abbozzato; da qui parte il vero e proprio viaggio che prevede la pianificazione esatta delle varie fasi di lavorazione e la stesura di un progetto elaborato, completo, finito.

Si modella lastra di vetro , si procede con il bisello ( smussatura), per poi conferire lucentezza e profondità passandolo , più volte ,sul nastro abrasivo.

La capacità estetica per i veneziani è fondata sull’ intuizione che il vetro sia un materiale estremamente malleabile e quindi adatto ad essere soffiato e plasmato allo stato incandescente ma in grado di mantenere le stesse caratteristiche cromatiche anche a prodotto terminato.

La vera qualità dell’ isola di Murano però è l’ uomo con la sua esperienza che nel tempo ha perfezionato.

Questi artisti sono stati sempre contattati fin dal Rinascimento per portare nelle corti e nelle botteghe la loro abilità, tanto da diventare maestri, tanto da far sorgere a Murano una scuola del vetro che avvia i giovani a questo mestiere.

Una tradizione che non si ferma e continua a evolversi unendo tecniche antiche a quelle moderne.

L’ arte di lavorare il vetro consiste nel trasformare una struttura amorfa in pezzi unici.

Si da forma all’ anima della materia creandone finestre attraverso cui mostrarsi.

Il vetro diventa, esplosività creativa , quella di chi, plasma e dona una nuova e personale luce alla bellezza di una materia grezza.

Sono lavori unici che parlano, stimolando il gusto estetico di ognuno di noi; è da questi riflessi che la massa prende forma , passando attraverso il fuoco del cannello e la passione dell’ artista.

La creazione si rivela e diventa un tutt’uno con l’ arte stessa fino a diventare la bellezza della trasparenza.

Francesca Valleri