IL PIU’GRANDE SEDUTTORE: IL PROFUMO

” Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’ apparenza, del sentimento e della volontà…il profumo è il fratello del respiro”. ( P. Suskind)

E’ incontrovertibile l’ autorità di ogni fragranza, che veicolata dall’ olfatto, è in grado di mettere a fuoco un luogo, un ricordo, un’ emozione, un’ esperienza.

Quel senso è capace di catturare profumi e odori, invisibili e impalpabili e restituirli memoria, riportandoci all’ eterno.

Il profumo (latino “Per” attraverso e ” Fumum” fumo), una miscela di sostanze odorose che ingentiliscono, conosciuta dagli egizi, ampiamente utilizzata da tutti i popoli del mediterraneo antico, greci, romani e arabi.

Noto come ” sudore divino” , un vero e proprio trait d’ union tra mortali e divinità , strumento di bellezza all’ ombra delle piramidi.

Quelle gocce profumate hanno trapassato secoli con diverse funzioni mutate anche nel corso del tempo; da quella sacra, a quella identitaria ( siamo il profumo che indossiamo) fino a quella seduttiva conosciuta a menadito da Cleopatra che riuscì ad incantare Marco Antonio, sia con la sontuosità della sua imbarcazione sia con quelle fragranze odorose sprigionate sulle rive vicino, grazie all’ essenze bruciate sullo scafo.

La totale capitolazione di Antonio che salì sull’ imbarcazione e l’ inizio della sua rovina, cambiando il corso della storia.

L’ irresistibile passione per i profumi risultò fatale anche a Caio Plozio Planco che, prescritto dai triunviri, si farà ” tradire” nel suo rifugio da un acuto e intenso odore che usava per il suo modo di vivere piuttosto rammollito”.

Valerio Massimo ha raccontato la ” mollezza” dei Campani che fu fondamentale per la rivincita su Annibale: la sosta a Capua, con i ” suntuosi banchetti, l’ abuso dei piaceri carnali e la fragranza dei profumi riuscì ad attrarre un ” condottiero vigilantissimo e un esercito irriducibile alla pigrizia e ai godimenti” e a condurli alla sconfitta.

Secondo la Storia Augusta, l’ imperatore Eliogabalo era un appassionato di fragranze; passeggiava su tappeti di narcisi, gigli, viole e giacinti, nuotava solo in piscine in cui erano state versate essenze pregiate e aveva l’ abitudine di riempire vasche da bagno con vino melato e rosato.

Il profumo ” il più vano fra tutti i lussi, perché le perle e le gemme passano agli eredi, le vesti durano nel tempo mentre le fragranze si dissolvono istantaneamente e muoiono”. ( Plinio il Vecchio)

Ma le loro insidie non riuscirono a irretire tutti: sembra che l’ imperatore Vespasiano, trovandosi di fronte un giovane che, profumatissimo, era andato a ringraziarlo per una prefettura abbia detto : ” Avrei preferito che tu puzzassi d’ aglio”.

Il profumo apre la porta al meraviglioso, affacciandosi sull’ emozionalità, sul contatto, sull’ incontro/scontro della pelle; è magia e mistero al contempo.

” Così ogni cosa ha la sua parte e di respiro e di odori”. ( Empedocle)

Francesca Valleri