IL NEWSPEAK SI ASSOTTIGLIA

Per George Orwell scrivere un libro era ” un’ estenuante e orribile lotta che non si poteva affrontare se non guidati da un demone a cui è impossibile resistere”.

” 1984″ ha poco più di settant’anni e se per scriverlo è stata una lotta la stessa l’ hanno affrontata e continuano ad affrontarla i lettori tirando un sospiro di sollievo per ciò che non è accaduto e un brivido d’ ansia per le profezie, che fanno parte del nostro oggi e che ancora non si sono verificate.

Un romanzo attuale fosse solo per l’ imperante presenza dei teleschermi; non poteva certamente immaginare allora, il nostro tempo, un moderno ” The Truman Show” per spiare emozioni e reazioni di coloro ( tutti) che sono guardati a vista.

Un romanzo nel quale rimane costante un fattore, quello della lingua, dove il lessico è soggetto a continue riforme e il passato inglese viene spodestato dal Newspeak, assoggettabile ad un linguaggio che contempla meno termini possibili.

” Lo scopo del Newspeak è restringere il campo del pensiero , riducendo le parole. Sarà pressoché impossibile esprimersi”.

Unica lingua al mondo il cui vocabolario si fa più piccolo ogni anno.

Nel mondo dispotico di Orwell, rappresentava una grammatica creata al fine di realizzare i bisogni ideologici del partito e in effetti la struttura del linguaggio riflette la società; una lingua artificiale, per così dire, che il sistema impone.

A tutt’ oggi la neolingua, che elimina le particolarità locali, non solo è un fenomeno attuale ma necessario per uniformare quanto più possibile il pensiero.

I significati delle parole sono predefiniti e si modificano ad uso e consumo per il potere.

Il pensiero si atrofizza.

Le parole che udiamo ai Tg sono, sovente, identiche a se stesse, quelle sul luogo di lavoro standardizzate e quelle che leggiamo su Wikipedia, bagnate di politicamente corretto si trasformano in scatole vuote ma le parole rifiutano il dogmatismo.

Percorrendo tale strada si impedisce qualsiasi reato di pensiero poiché ” non ci sono, non esistono più parole per esprimere”; il pensiero balza allo stato attuale della nostra lingua e a tutte le sue semplificazioni in corso.

Da non tralasciare, perché viaggia a braccetto e sullo stesso binario, il ” Bipensiero” , quel meccanismo psicologico per cui tutto si può fare e tutto può essere disfatto, il sostenere un’ idea e il suo contrario: ” Chi controlla il passato controlla il futuro; chi controlla il presente controlla il passato”. ( W. Smith)

Grande Fratello e Fake News sono l’ esempio lapalissiano che Orwell non aveva pensato poi così male e ridurre tutto in una categoria predefinita e stereotipata , come ” no vax”, ” complottisti”, ” rossi” e ” neri” è cadere nel tranello.

” 1984″ possedeva un’ unica volontà: un monito contro l’ assottigliamento delle coscienze e dei sentimenti, contro la sopraffazione mentale compiuta dalle ideologie.

Il presente viene proiettato in una parabola futura per rendere visibile il processo di massificazione, la riscrittura faziosa del passato e l’ uso propagandistico dell’ intero sistema dei mass-media.

Bisogna riconoscere che Orwell aveva visto lungo e se lo stesso romanzo fosse stato scritto in epoca più recente nessuno si sarebbe scandalizzato del contenuto.

Francesca Valleri