Elsa schiaparelli: L’ACERRIMA NEMICA DI COCO
Elsa Schiaparelli fu la rivale di Coco Chanel, inventrice del rosa shocking e icona della moda che in realtà sognava di fare l’attrice.
Stilista, amante dell’arte e della letteratura. Proveniente dall’aristocrazia è riuscita a farsi amare dal “popolo”, una donna di talento, dalle geniali intuizioni e straordinarie invenzioni.
Coco Chanel e Elsa Schiaparelli, due personalità completamente opposte non solo in fatto di stile. Nemiche da sempre, sono riuscite a rivoluzionare la figura della donna durante gli anni della guerra, apportando ed attuando novità che ancora oggi risultano e rimangano attuali. Hanno ricoperto un ruolo fondamentale nell’emancipazione della donna liberandola da bustini e ferri. Un duello tra “guerriere” di gran classe, fatto a colpi di collezioni, vestiti da sogno e abiti bellissimi. Lo stile della Schiaparelli eccentrico, quello della Chanel raffinato ed elegante.
Elsa cominciò ad avvicinarsi alla moda realizzando una linea dedicata allo sport di Paul Poiret. Poi da lì via ai fiocchi, stampe trompe l’oeil e per la sua prima collezione nel ’35 con la chiusura lampo come protagonista e filo conduttore. Come la sua rivale, lanciò un profumo di colore rosa “shocking”, fragranza contenuta dentro ad un flacone a forma di silhouette.
Nel 1927 aprì la sua vera e propria attività e in pochissimi anni divenne una celebrità. Perfino gli artisti più popolari del tempo frequentavano la sua maison: un esempio per tutti, Salvador Dalì.
Collezioni fantasiose, stravaganti ed esuberanti, che fornì per numerose star del cinema. L’invenzione più celebre della Schiaparelli è stato sicuramente il “suo” rosa shocking, creato nel ’36, da una gradazione più intensa del Magenta. Indossato da Marilyn Monroe nel film “Gli uomini preferiscono le bionde“, spopolò e le regalò fortuna, insieme alla cerniera lampo e al cappello-scarpa disegnato da Dalí. Con il grande artista infatti trovò un’intesa, un alleato e un compagno di squadra perfetto per realizzare le sue creazioni.
Si conobbero nel ’34, quando lei aveva già elaborato il suo stile fantasioso e lui era all’apice del successo. Un incontro inevitabile, entrambi visionari, creativi, audaci. Entrambi volevano fare ciò che nessuno fino a quel momento aveva osato fare. Ecco compiersi il celebre abito aragosta che Dalì piazzò su un abito lungo bianco da sera e il cappello nato da un disegno di suo pugno, ma che a sua volta era l’evoluzione di una foto di Gala.
L’idea di una scarpa con il tacco rivolto verso l’alto, modellato a forma di cappello da indossare era assurda, eppure si dimostrò di grande successo definendo una volta per tutte lo stile unico del binomio Elsa-Salvador. Probabilmente, se fosse un mestiere, Elsa potrebbe essere un giocoliere, se fosse un accessorio un cappello e se fosse un colore sarebbe il rosa shocking!
In realtà, Elsa Schiaparelli fu molto di più di una “semplice” stilista.