BLADE RUNNER

25 giugno 1982: si faceva la storia ” cinematografica”.

Usciva nelle sale ” Blade Runner ” un connubio perfetto fra decine e decine di fattori che hanno funzionato nel cinema; personaggi noir degli anni ’40, scenografia che ricalca l’ espressionismo tedesco, l’ unione tra blockbuster e film d’ autore, dando vita al ” Cyberpunk”, con i suoi neon, la tecnologia biosintetica e la musica magnetica di Vangelis nelle cui note cattura e disegna la solitudine, la malinconia e l’ isolamento di Rick Deckard.

L’ uomo e la tecnologia, la vita e la morte, il sogno e la realtà; esattamente nello scontro di queste realtà, in questi esplosivi big bang, nasce la fulgida bellezza di ” Blade Runner” unito a riflessioni filosofiche e immagini suntuose.

Scorci di una Los Angels completamente artificiale, in disfacimento fra palle di fuoco pensata da Scott, disegnata dalle scenografie di Paull e realizzata dalla geniale fotografia di Crononweth che trova l’ impiego massiccio di neon colorati, soffusi dalla nebbia e dalla pioggia che scorrono lungo le strade prive di cielo e l’ uso di fari al gas xeno ( fino ad allora impiegati solo sulle navi) che si rivelano indispensabili per ricreare l’ idea di un ” sole artificiale”.

Una città, ritratto perfetto di un incubo al sapore di solitudine.

Ancora oggi aperta l’ eterna ” questione Deckard”: umano o replicante?

Termine diffuso quest’ultimo nella grammatica della fantascienza, lascito diretto della pellicola che fu coniato non da Dick ( parlava di androids) ma dallo sceneggiatore Peoples.

” Sei sicuro di essere uomo? E’ difficile , da queste parti, esser certi di chi sia chi”.

Battuta dell’ androide Gaff al cacciatore di replicanti; una domanda quella dell’ autentica identità di Deckard che circolava da anni e la cui rivelazione dopo vent’ anni è giunta proprio dallo stesso regista, sciogliendo così uno dei nodi che avvolgevano la pellicola.

L’ idea geniale del film ( che a differenza del libro calca di più la mano) è quella di restituire il ritratto di macchine senzienti che rivendicano il diritto di vivere più a lungo e in senso lato di esistere.

Esseri che replicano le attività umane in maniera più performante e potenziata che inevitabilmente pone quesiti e riflessioni di carattere fortemente filosofico: i replicanti sono così diversi dagli umani?

Un manifesto a tutti gli effetti della coesistenza uomo-macchina che seppur non lascia speranza ai ribelli ha dipinto in modo superbo la crisi identitaria della nostra specie; essenza- apparenza e gli occhi sono uno degli elementi principali delle trama in grado di rivelare l’ autenticità perché ciò che è veduto è conoscenza.

Man mano che i replicanti sono terminati, caduti uno ad uno, la pellicola obbliga inesorabilmente a rammentare la futilità della lotta confondendo proprio il confine umano-macchina.

E nonostante i protagonisti si muovano sullo sfondo di una rivolta, i toni rimangono sempre intimi e riflessivi, inequivocabilmente ” umani” perché ” Blade Runner ” è un noir alla Chandler, oscuro e talvolta claustrofobico.

Deckard è un replicante solitario che vagabonda all’ interno di questa città sovrappopolata e alienata e impeccabile si rivela il lavoro di Scott nel fondere la fantascienza paranoica di Dick con il noir.

La pellicola è entrata a tal punto nell’ immaginario collettivo che lo stato di cult sembra essere superato e riduttivo.

Se premiamo ” play” in un frame a caso sembrerà che dietro la macchina da presa ci siano due registi e tre assistenti alla regia; è un enorme ” casino” perché la spinta è raccontare un mondo e non una storia e quello di Scott è un word building che sembra funzionare alla perfezione.

Ci sono vecchi film che non riescono proprio a invecchiare, pellicole attraversate da una testarda attualità, impermeabili al trascorrere del tempo; accade ogniqualvolta la fantascienza non si ostina a cercare nuovi pianeti ma naviga nelle angosce dell’ animo umano.

” Blade Runner” è un manifesto di umanità che si interroga sul valore dell’ esistenza, il senso della morte, il peso della libertà.

Francesca Valleri